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La via Postumia e il reticolato stradale

Le strade in genere, con portici, marciapiedi, fontane, edicole votive, pozzi e affaccio di botteghe, rappresentavano uno spazio di vita collettiva, come ancora oggi nelle nostre città.

Numerose vie di Libarna risultano ben conservate con i loro lastricati.
Il reticolato stradale ortogonale (con incroci ad angolo retto) era organizzato su due assi viari principali: il cardine massimo, che correva da nord a sud, e il decumano massimo, orientato est-ovest. Parallele a queste due vie, si disponevano tutte le altre, chiamate cardini e decumani minori. La rete stradale urbana si integrava con quella del territorio: i suoi assi principali, infatti, erano generalmente la prosecuzione entro le mura delle grandi vie territoriali.
A Libarna il cardine massimo coincideva con un tratto della via Postumia, la grande strada consolare costruita nel 148 a.C. che collegava Genova ad Aquileia.
Le dimensioni delle strade variavano a seconda dell’importanza: gli assi viari principali erano molto ampi, il cardine massimo poteva arrivare a misurare anche 14 metri e il decumano massimo circa 10 metri; l’ampiezza dei cardini e dei decumani minori era compresa tra 9 e 5 metri.

Anche il tipo di pavimentazione variava a seconda dell’importanza della strada: il cardine massimo e il decumano massimo erano lastricati, anche in funzione del fatto che erano normalmente destinati al transito del traffico pesante (carri), mentre le vie minori potevano essere rivestite da ciottoli o ghiaia.
Solitamente le strade erano provviste di marciapiedi, di canalette di scolo per far defluire l’acqua piovana, pozzi e fontane a uso pubblico, edicole votive, di cui si sono trovate numerose testimonianze all’interno dell’area archeologica. In alcuni casi è accertata la presenza di portici. Le strade, infatti, non erano semplici spazi connettivi delle varie zone urbane, ma esse stesse rappresentavano spazi vivibili per la comunità.

Tracciato della via Postumia.