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Le porte della città

Erano l’ingresso prestabilito per la città. Libarna non aveva una cinta muraria ma le porte furono ugualmente erette a nord e a sud lungo il cardine massimo per segnalare lo spazio urbano.

Erano l’ingresso prestabilito per la città. Libarna non aveva una cinta muraria ma le porte furono ugualmente erette a nord e a sud lungo il cardine massimo per segnalare lo spazio urbano.
Per Libarna è nota una porta sul tratto meridionale della Postumia; è accertata la presenza di un analogo monumento in entrata da nord.
La forma corrisponde al modello assai diffuso della porta “a cavedio”: essa è caratterizzata da una cortina muraria con l’apertura (spesso doppia, per i due sensi di marcia; in alcuni casi sono presenti anche ingressi minori pedonali) fiancheggiata da due torri, cui seguiva un cortile di guardia, con secondo muro di facciata verso la città, a formare un vero e proprio fortilizio.
La città non doveva avere mura di cinta; il suo perimetro era simbolicamente segnato dalle porte.
La maggior parte delle città romane erano circondate da mura, che non rispondevano solo a un’esigenza difensiva, ma anche ideologica: la cinta muraria separava la città, l’urbs, da quello che non era città, l’ager, la sfera della civiltà (urbanitas) da quella del selvaggio (feritas).
La fondazione di una città, con il tracciamento del suo perimetro, era un atto sacrale (si ricordi la leggenda di Romolo), le mura stesse erano sacre: non si potevano valicare, se non attraverso passaggi stabiliti, le porte appunto.

Esse assumono dunque una monumentalità, in relazione alla loro sacralità, e per questo a volte erano riccamente ornate (con elementi architettonici che rimandavano all’edilizia religiosa).
Le porte erano generalmente poste in corrispondenza degli assi viari principali, cardine e decumano massimo, ma non solo: ingressi secondari potevano aprirsi anche sulle vie minori.
Con il passare del tempo e l’avvento della pace e del benessere (a partire sostanzialmente dall’età augustea), le porte si caricarono, anche nel loro aspetto, di valori civili, più che difensivi, alleggerendo la pesantezza delle strutture e abbellendo la propria forma.
Si può arrivare a casi in cui, in assenza di mura urbiche (non più necessarie), si costruiscano porte isolate, segno simbolico dell’urbanitas, come nel caso di Augusta Bagiennorum/Benevagienna e in quello di Libarna.