By Libarna Arteventi

7 MAGGIO 2022 ORE 15.00 | PALAZZO MUNICIPALE DI SERRAVALLE SCRIVIA

Una voce dal passato: il Fondo Santo Varni. Nuove prospettive tra conservazione e fruizione è il titolo dell’incontro che si terrà sabato 7 maggio, alle 15.00, presso il Palazzo Municipale di Serravalle Scrivia, in Via Berthoud 49.

L’evento, organizzato dal Comune di Serravalle Scrivia con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Alessandria Asti e Cuneo, inaugura il sito santovarni.it  costituendo una tappa fondamentale del progetto di valorizzazione del cosiddetto ‘legato Santo Varni’, acquisito al patrimonio inalienabile del Comune di Serravalle Scrivia nel 2007.

Dopo la presentazione della “Collezione Santo Varni”, nel 2018, costituita dai reperti archeologici conservati presso la sala espositiva del Palazzo Municipale di Serravalle Scrivia, questa volta, con l’inaugurazione del portale santovarni.it, si conclude l’opera di valorizzazione della cospicua componente documentale del Fondo. Aprendo la possibilità della consultazione online si raggiunge lo scopo di proteggere i documenti originali e, contemporaneamente, rendere disponibile questo straordinario patrimonio culturale a un pubblico più ampio: non solo archeologi e ricercatori, ma istituti scolastici e appassionati conoscitori della storia e della tradizione locale.

L’evento si svolgerà con il seguente programma:

 ore 15.00
Saluti del Sindaco Alberto Carbone
ore 15.35

Marica Venturino (già funzionario SABAP-AL) – Simone G. Lerma (funzionario Sabap Al)
“L’Archivio Santo Varni. Cronistoria di un progetto”
ore 16.00

Anna Maria Pastorino (ricercatrice, Università di Colonia)
“L’archivio Santo Varni: formazione e peculiarità”
ore 16.30

Marcus Risso (Direttore della Biblioteca Comunale di Serravalle Scrivia)
”Il portale dell’Archivio Santo Varni”
ore 17.00

Simone G. Lerma (funzionario SABAP-AL) – Marica Venturino (già funzionario SABAP-AL)
Presentazione del volume:
Anna Maria Pastorino, La collezione di sculture antiche di Santo Varni, Genova, Sagep, 2021
ore 17.30

Visita guidata all’area museale a cura dei relatori

(Nella foto, dalla “Collezione Santo Varni” conservata nelle sale espositive: coppa attica a figure nere da attribuirsi all’officina dei cosiddetti “piccoli maestri” – produzione attica, seconda metà VI secolo a.C.)

Il progetto di riordino e valorizzazione del Fondo Santo Varni

Il fondo, il cosiddetto ‘legato Santo Varni’, fu acquisito al patrimonio inalienabile del Comune di Serravalle Scrivia nel 2007 quando l’assessorato alla cultura, allora retto da Riccardo Lera, raccogliendo la sollecitazione della Soprintendenza ai Beni Archeologici (ora Soprintendenza Archeologia) del Piemonte e con il contributo economico della Regione Piemonte, ne rilevò la proprietà dalla signora Giuseppina Barbano Mascolo di Genova, pronipote dell’artista.

Un’operazione di grande lungimiranza culturale che assicurò al Comune di Serravalle un patrimonio storico artistico di grande valore. Il Comune di Genova avviò solo tre anni dopo, nel 2010, l’acquisizione della parte rimanente del Fondo Santo Varni, donato alla città da Marco Fabio Apolloni.

Il ‘legato Santo Varni’ di proprietà del Comune di Serravalle Scrivia si compone di oltre duemila originali raccolti in trenta fascicoli che comprendono taccuini, manoscritti e disegni che gli esperti della Soprintendenza per il Patrimonio Storico, Artistico e Etnoantropologico del Piemonte hanno giudicato “… di estrema importanza, che testimoniano scoperte, oggetti archeologici e collezioni ormai disperse o non più identificabili…” oltre ad una “…piccola collezione di reperti, tra cui si distingue una ricca raccolta di gemme antiche di consistente valore”.

Con un rilevante impegno finanziario, assicurato esclusivamente con fondi propri, il Comune di Serravalle Scrivia ha quindi dato il via al progetto di valorizzazione del ‘legato Santo Varni’, sia per l’ampia rassegna documentale che per i reperti archeologici.

Questi ultimi, una collezione di gemme d’epoca romana a cui si aggiungono due brocchette, un cratere ed i frammenti di una kyliks, dopo i lavori di pulizia e restauro eseguiti dalla ditta Docilia di Torino sono raccolti nelle sale espositive del palazzo municipale accanto alle ‘Collezione Capurro’ di proprietà de circolo Accademia Filarmonica di Novi Ligure ed a interessanti reperti concessi dalla Soprintendenza Archeologia del Piemonte.

Nell’ambito del progetto di valorizzazione delle collezioni archeologiche il Comune, al fine di incrementare gli orari di apertura e con essi favorire l’accesso dei visitatori, ha stipulato una convenzione con Libarna Arteventi affidandole i servizi di apertura ed accompagnamento alle sale espositive del palazzo comunale.

La convenzione ha il fine di perseguire la valorizzazione integrata del sito archeologico di Libarna e delle sale espositive del palazzo comunale che ospitano le collezioni di reperti archeologici. In particolare l’associazione supporterà il personale comunale nella programmazione e gestione di azioni finalizzate a incrementare la funzionalità e la completezza dei servizi al pubblico: con la previsione di orari più ampi e favorevoli alle esigenze dell’utenza attraverso l’apertura nei giorni prefestivi e festivi delle sale esposite del palazzo comunale; con l’organizzazione di servizi di accompagnamento, per gruppi e singoli, coordinati in ticket con le visite guidate al sito archeologico; con la promozione delle sale espositive comunali, anche collaborando con il Comune e la Soprintendenza nella progettazione e realizzazione di materiale informativo e promozionale del sito e delle collezioni archeologiche.

Ben più consistente l’opera di riordino e valorizzazione della rassegna documentale affidata a ditte altamente specializzate: Acta Progetti di Torino per i lavori di schedatura, riordino e inventariazione dell’archivio cartaceo e LineLab di Alessandria per i lavori di fotoriproduzione e di scansione informatica dell’archivio cartaceo e di riversamento su supporto multimediale

Il progetto si è concluso con l’intervento della ditta Si.Re Informatica di Novi Ligure che ha realizzato il sito santovarni.it, con la duplice finalità di assicurare la protezione dell’archivio cartaceo e, contestualmente, di agevolarne la consultazione da remoto da parte di un pubblico più ampio: non solo archeologi e ricercatori, ma istituti scolastici e appassionati conoscitori della storia e della tradizione locale.

Il sito santovarni.it infatti raccoglie e presenta una ricchissima documentazione non solo sulla storia e sui reperti del sito archeologico di Libarna (insediamento commerciale sulla via Postumia eretta a colonia nel I secolo d.C. quando raggiunse il massimo splendore) cui pure è dedicata un’ampia sezione. Altrettanto rilevanti sono gli studi, i disegni, le fotografie e le riproduzioni autografe che il Santo Varni dedicò ad una vasta regione che comprendeva naturalmente la Liguria ed in particolar modo il genovesato, ma che si estendeva alla Lunigiana, all’Oltregiogo, alla Valle Scrivia, che percorse come un rabdomante alla continua ricerca di monumenti da riprodurre e di testimonianze da raccogliere nelle sue carte.

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“UNA VOCE DAL PASSATO: IL FONDO SANTO VARNI” – NUOVE PROSPETTIVE TRA CONSERVAZIONE E FRUIZIONE